Gli Articoli di Raffaele Vacca

Il Generale Divisione C.C. (ora in pensione) Raffaele Vacca è figlio del nostro compianto concittadino Generale Giovanni Vacca .Oggi in pensione scrive articoli e recenzioni interessanti per il giornale telematico www.attualità.it. alcuni di questi articoli li pubblicheremo anche su questo sito. Raffaele Vacca è (in pectore)nostro concittadino onorario, ha fatto visita diverse volte al cimitero di Palese alla tomba del padre e segue con assiduità tutte le vicende del Quinto Municipio di Bari attraverso i social.Per info sul Generale Raffaele Vacca https://it.wikipedia.org/wiki/Raffaele_Vacca..

 

Tematiche etico-sociali

Fiumi d’oro della ‘Ndrangheta, si riversano nell’economia legale…

Dove finiscono i soldi del traffico di cocaina e di tutte le altre attività gestite dalla ‘ndrangheta?

Raffaele Vacca         

 La ‘Ndrangheta investe nell’edilizia, nel settore immobiliare, nel terziario, nell’eolico, nel turismo, e lo fa grazie a una miriade di alleanze strategiche con bancari, avvocati, commercialisti, broker senza scrupoli. Nell’era della globalizzazione e delle nuove tecnologie, i boss utilizzano anche il “deep web” (il cosiddetto “web invisibile”) e i paradisi fiscali. Comunicano attraverso codici cifrati e si spostano nel mondo con estrema facilità. Ma lo strumento che maggiormente utilizzano per espandersi è ancora la corruzione, l’ossatura del potere mafioso. Fermarli in ambito internazionale si fa ogni giorno più faticoso. La differenza di sistemi giuridici, la mancanza di reati associativi e la difficoltà di globalizzare l’azione di contrasto, favoriscono tutte le mafie che oggi riescono sempre più  a trovare momenti di collaborazione a livello internazionale. Dopo «Acquasantissima» (‘ndrangheta e Chiesa) e «Padrini e padroni» (‘ndrangheta e Stato), il nuovo libro “Fiumi d’oro” di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso (Mondadori- Strade blu) ci svela i legami fra ‘ndrangheta e potere economico.

                                    Dall’esame del libro riflessioni e commenti:

A gennaio scorso, il grande Procuratore Nicola Gratteri, in TV, commentando l’“Operazione Stige”, disse: “Questa di oggi è la più grande operazione per numero di arresti degli ultimi 23 anni. È un’indagine da portare nelle scuole di Magistratura per spiegare come si fa un’indagine per 416 bis del C.P. Ben 169 arresti, che vede al centro dell’inchiesta le attività criminali della cosca Farao–Marincola, una delle più potenti della Calabria con ramificazioni anche nel Nord e Centro Italia (in particolare Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Lombardia) e in Germania (dove nel 2007 ci fu la strage di Duisburg.), che fa capo a Giuseppe Farao, 71enne di Cirò (kr). Uno scenario già evidenziato dalle indagini della Procura Antimafia nei primi anni Novanta poi sfociate nell’ operazione “Galassia”.Si, l’ “Operazione Galassia“, da me ben conosciuta in quanto in quegli anni ero Comandante Provinciale di Catanzaro, con la Provincia Madre non ancora tripartita con Crotone e Vibo Valentia, i cui reparti condussero l’importante l’indagine…Riguardo alla strage di Duisburg, in Germania, del 15 agosto 2007, inquadrabile nella faida di San Luca cominciata 16 anni prima tra i Pelle/Vottari e i Nirta/Strangio, va detto che ha segnato una svolta; è il giorno in cui la Nazione leader dell’Europa si trova di fronte a qualcosa di inimmaginabile prima. Ciò offre anche spunto di riflessione sulla percezione del pericolo mafie in Europa. Per le nuove strategie della ‘ndrangheta, che penetra nella politica, nei partiti, nelle istituzioni e nella massoneria; la mafia che s’impadronisce della Calabria e diventa la mafia più temibile d’Italia, va ricordata la storia di Giuseppe Valarioti che, l’11 giugno 1980, muore in un agguato. Era Segretario del Pci di Rosarno. È stato ucciso a trent’anni, la notte tra il 10 e l’11 giugno 1980, mentre usciva da una riunione con cui il Pci festeggiava la vittoria alle elezioni…Il primo omicidio politico in Calabria, quello che ha annientato il movimento anti-‘ndrangheta. Studiando le mafie più significative individuiamo due profili importanti, quello “ontologico” e quello “relazionale”. Il primo, fa riferimento alle strutture immutabili dell’organizzazione, cioè al vincolo associativo indissolubile, a volte a carattere familiare e al patto di sangue che è vera strategia di potere; l’altro, riguarda il consenso sociale e la legittimazione utili per le relazioni con il potere.Osservando “Cosa Nostra” e ” ‘ndrangheta”, le mafie più strutturate nel panorama italiano, vediamo che non trovano equivalenti rispetto ad altre organizzazioni straniere di grande rilievo. La “Yakuza” giapponese e le “Triadi” cinesi, che si avvicinano al modello mafioso italiano per regole e gerarchie salde, mancano di  relazioni con il potere istituzionale. Altri gruppi, come i “Cartelli” messicani e le “Maras” centroamericane, esercitano potere territoriale influenzando politica e istituzioni, configurandosi però come bande paramilitari a struttura variabile e quindi controllabili per interventi repressivi.

“Cosa Nostra” siciliana, ormai, è “mani e piedi” nell’economia legale con un abnorme flusso di denaro; il che crea consenso e nuovi posti di lavoro. Trattando ora della ” ‘ndrangheta”, la mafia più radicata anche in paesi stranieri, osserviamo che il profilo ontologico è ai massimi livelli con la simbologia rituale. Pensare che la formula di giuramento dei nuovi affiliati fa riferimento alle regole dettate da tre mitologici cavalieri spagnoli del XV sec.; quindi, non liturgia arcaica, ma ancora attuale tanto che è  stata  pronunciata  a Singen, in Germania, il 20 dicembre del 2009, come risulta dalle indagini concluse nell’estate del 2010 con le operazioni “Crimine” e “Infinito”. Tale modello prevede che tutto dipende sempre dalla casa madre in Calabria; per cui, quando ci sono problemi, vi si scende perché tutto si risolva bene .