Consiglio di leggere un interessante articolo del Corriere Mezzogiorno (Vedi sotto)che spiega le cause di questo aumento esponenziale del contagio da coronavirus. Scrive l’autore Vito Fatiguso in ultimo una frase molto significativa che deve far riflettere tutti noi e sopratutto i nostri amministratori che, a nostro parere, nel periodo estivo , distratti pensando alle scadenze settembrine, hanno un pò trascurato il problema.SCRIVE Vito Fatiguso <<Eppure, un ottobre così violento era nell’aria e non solo per la riapertura delle scuole. Sarebbe bastato ritornare ai giorni del “Ferragosto senza regole” con i suoi chiari numeri spia.>> ____________________________________________________________________________________________________
L’allarme (sottovalutato)dai numeri-spia del virus La curva dei nuovi positivi era ripartita già ad agosto Sulle spiagge si ballava mentre nei reparti tornavano i malati Dal Corriere del Mezzogiorno del 25 10 2020
BARI Qualche volta un semplice grafico può indicare la situazione molto meglio di mille analisi. Succede in tempi di Covid-19 dove tra prima e seconda ondata c’è di mezzo un’attività di prevenzione che, se attuata per tempo, può indicare la giusta rotta per una società stretta tra l’esigenza di garantire l’assistenza sanitaria e difendere l’economia.Eppure, nel caso della Puglia (che registra il picco di 631 nuovi contagi) i segnali di un nuovo allarme erano abbastanza chiari. Lo si deduce dalla scansione giornaliera dell’infezione suddivisa nelle variabili più classiche delle pandemie: nuovi contagiati, ospedalizzati (ripartiti tra soggetti sintomatici e collocati in terapia intensiva), posti in isolamento domiciliare, guariti e deceduti. Una delle applicazioni “regionalizzate” di dati grezzi raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità è stata effettuata da Nicola Cardascia, dirigente medico di Oftalmologia del Policlinico di Bari, che sin dall’inizio della pandemia ha raggruppato i numeri con una finalità. «Studiare e divulgare la diffusione della Sars-Cov2 in Puglia – spiega Cardascia – sperando di dare elementi utili ai colleghi e agli amici».Nell’elaborazione – aggiornata ogni 24 ore con i relativi indici di progressione – è chiara la dinamica delle “difficoltà”. Infatti, il dato delle terapie intensive (la spia dell’aggressività del virus) fa capolino il 5 marzo scorso con il ricovero del primo paziente per concludersi dopo 108 giorni (il 21 giugno) a seguito del blocco della casistica. Ma la quiete dura poco: solo 57 giorni. Il 10 agosto (dopo le concessioni estive fatte di party sulle spiagge e di spot pubblicitari per incentivare il turismo) si rivede il primo malato in situazione critica insieme a 36 ricoveri sintomatici. Passa solo un mese e i pazienti in intensiva sono otto “accompagnati” da 179 con sintomi (187 ricoverati) e 1.283 in isolamento domiciliare. Significativo è l’andamento dei decessi dove evidentemente la sperimentazione sul campo delle cure ha dato un po’ di respiro: il primo caso si registra il 4 marzo e si passa ai 100 morti in 27 giorni. Poi il periodo peggiore: altri 100 decessi in soli 7 giorni, mentre i successivi 200 si verificano in 20 giorni. Dal 27 marzo il trend inizia a calare e la quota 500 si raggiunge in 32 giorni, mentre quella 600 in 130. E sempre nella settimana di Ferragosto che si individua un andamento inverso che si traduce a metà di settembre in una curva verso l’alto. «Al 23 ottobre – commenta Cardascia – i grafici dei ricoveri sintomatici, della terapia intensiva, dell’isolamento domiciliare passano dalla progressione aritmetica a quella geometrica (R2=0.9). Vuol dire che se prima la crescita era lineare e contenuta adesso assume un carattere moltiplicativo. Le notizie meno critiche interessano gli estremi della patologia Sars-Cov2: i decessi hanno ancora un ritmo di crescita lineare aritmetico (R2=0.4), basso, e le guarigioni iniziano a crescere a livello geometrico (R2=0.56), alto».Cosa vuol dire tutto ciò? In base agli ultimi numeri si può dire che ammalarsi è piuttosto facile (nell’ultima settimana i nuovi positivi sono stati 2.947), guarire si può (e più facilmente di prima, ma richiede tempo), morire è molto più difficile se si viene curati. Ciò che preoccupa, infatti, è la tenuta del sistema sanitario regionale che sta per raggiungere i livelli di criticità. L’assessore alla sanità, Pierluigi Lopalco (che solo tre giorni fa parlava di «situazione sul territorio sotto controllo») ieri ha affermato: «La situazione rispetto a marzo è completamente diversa. In questo momento le terapie intensive non sono un problema. Ora il problema è la reperibilità dei posti letto ordinari. L’altra criticità è il tracciamento sul territorio: se i numeri dovessero crescere il contact tracing dev’essere allentato perché non ci sono uomini». Eppure, un ottobre così violento era nell’aria e non solo per la riapertura delle scuole. Sarebbe bastato ritornare ai giorni del “Ferragosto senza regole” con i suoi chiari numeri spia.