La criminalità servente nel Caso Moro

Recensione del libro “La criminalità servente nel Caso Moro” a cura del Generale Div.C.C Raffaele Vacca figlio del nostro compianto concittadino Générale brig c.c Giovanni  Vacca.

L’intera recensione è disponibile al link https://www.attualita.it/notizie/tematiche-etico-sociali/la-criminalita-servente-nel-caso-moro-il-libro-di-simona-zecchi-48712/

  • Con un’inchiesta molto documentata la grande saggista Simona Zecchi fa emergere fatti inediti e informazioni poco note sul Caso Moro con l’interessante libro “La criminalità servente nel Caso Moro” (La nave di Teseo, pp. 294) del 2018.Coinvolta la mafia, la cui presenza mai è stata formalmente accertata per incuria e omissioni; coinvolta la ’ndrangheta calabrese che ha operato in più ambiti, sia con le istituzioni, i partiti e i terroristi; ovviamente anche la camorra. Si, una “criminalità servente” al servizio di alte aree di potere con i quali appaiono legati è esistita. l 16 marzo 1978, tutti, chi più, chi meno, ricordano cosa accadde. Era previsto il voto di fiducia della Camera dei Deputati per l’insediamento del IV governo presieduto da Giulio Andreotti. Questi contava di ottenere l’appoggio esterno del P.C.I., a coronamento del “compromesso storico” voluto da Enrico Berlinguer. Così, poco prima delle 9:00, il Presidente della Dc Aldo Moro uscì dalla propria residenza romana per recarsi a Palazzo Montecitorio e, insieme ai Carabinieri Maresciallo Oreste Leonardi, capo scorta e App. Domenico Ricci, autista, salì su una Fiat 130, scortata da un’Alfetta su cui presero posto tre Agenti di Polizia (Raffaele Iozzino, Giulio Rivera, Francesco Zizzi). Lungo via Fani – all’incrocio con via Stresa, la macchina presidenziale fu bloccata da una Fiat 128, guidata da Mario Moretti, capo della colonna romana delle B.R. Dalle fioriere dell’antistante Bar Olivetti sbucarono quattro brigatisti camuffati da avieri dell’Alitalia (Franco Bonisoli, Raffaele Fiore, Prospero Gallinari, Valerio Morucci) che in pochi minuti spararono 91 colpi, trucidando i cinque uomini della scorta di Moro. Un testimone oculare dell’agguato fu preso di mira senza conseguenze da due giovani in sella a una moto Honda, che sembra non appartenevano alle Br e sulla cui identità non fu fatta chiarezza. Il Presidente fu rapito e trasferito su una Fiat 132, per essere poi condotto − secondo la dubbia ricostruzione dei fatti fornita in seguito dai brigatisti – nel covo di Via Montalcini, dove sarebbe rimasto fino all’esecuzione, avvenuta il 9 maggio seguente. La morte di Moro, oltre a mettere in crisi il compromesso storico, lasciò un lungo strascico di sospetti e segreti, su cui hanno tentato di fare luce cinque processi e due Commissioni parlamentari d’inchiesta, l’ultima delle quali ha chiuso i propri lavori nel dicembre 2017, sconfessando il “memoriale” scritto in carcere nel 1986 da Morucci.. n tutti questi anni di povertà culturale e politica ricca di narcisismo e “pompa” che fruttano fior di miliardi grazie ad agenzie di malaffare, banche “libere” che creano addirittura crisi finanziarie, rendiamo certamente omaggio al più grande Uomo politico del dopoguerra, unitamente a De Gasperi, non dimenticando i Caduti per mano terroristica e mafiosa in lunghi decenni.
  • Nella circostanza, ricordiamo il grande drammaturgo tedesco Bertolt Brecht, che scrisse: “Sfortunato quel popolo che ha bisogno di eroi. Ma ancora più sfortunato il popolo che ne disperde l’esempio e l’insegnamento…”.
  • Per chi volesse ancora leggere sull’argomento allego altri due miei articoli pubblicati su questo giornale di cui è Direttore Salvatore Veltri, sia sull’ultima Commissione parlamentare d’ inchiesta Moro, istituita nel 2014,sia per un doveroso omaggio ai Caduti di via Fani.
  • .(https://www.attualita.it/notizie/politica/nuove-verita-sul-caso-moro-35911/)
  • (https://www.attualita.it/notizie/tematiche-etico-sociali/ricordando-via-fani-doveroso-omaggio-alle-famiglie-dei-valorosi-caduti-con-ricordi-personali-40726/)
  • Raffaele Vacca