Bari la decadenza di una città

Gazzetta del Mezzogiorno. Banca Popolare di Bari, SAICAF, CCR diCavallari, Fiera del Levante immagini della Bari che fu, e che non ci sarà mai più . Di Lello Parizse Corriere del Mezzogiorno 8 Maggio 2020

Accade a Bari. Accade tutto a Bari. Accade ancora a Bari. L’icona, l’ennesima, di questa metropoli tanto esuberante quanto decadente rischia di essere cancellata. Un celebrato businessman siciliano, Mario Ciancio Sanfilippo, padrone della Gazzetta del Mezzogiorno, mette il giornale in liquidazione: vuole cederlo gratuitamente, ma «nessun soggetto a livello locale e nazionale ha manifestato serio interesse per l’acquisizione e il rilancio della testata», spiega lo stesso Ciancio Sanfilippo. Come stanno le cose, un altro pezzo pregiato del mosaico barese va a farsi benedire. La Gazzetta era stata fondata da una famiglia-simbolo del saper fare, quella dei Gorjux. Insieme con Stefano Romanazzi, capeggiava l’editoria del Sud visto che aveva acquisito pure il Mattino di Napoli. Ma la corazzata dell’informazione era affondata perché non avevano trovato un-investitore-uno made in Puglia disposto a rilevare il glorioso foglio. Né un-investitore-uno si accasa nel Bari calcio, finito nelle mani sapienti di un produttore cinematografico napoletano/romano.Sono, questi, gli ultimi due casi esplosi in una città depredata. La Popolare, dopo sessant’anni, non è più «la banca del territorio»: entra in gioco lo Stato per salvare il salvabile dopo aver scoperto che le carte erano truccate. Il tritacarne del codice penale aveva fatto a pezzi anche il primo polo sanitario privato del Sud che era di stanza a questa latitudine. Le Ccr di Francesco Cavallari, a metà degli anni Novanta furono travolte dallo scandalo che raccontava gli intrecci fra mafia, affari e politica: finisce che tutti gli imputati escono indenni dai processi, l’ex re Mida della medicina a cinque stelle, il solo ingabbiato nei rigori della legge, emigra a Santo Domingo, mentre il suo impero se lo pappano, legittimamente, industriali romani. Si ritrova ugualmente alla mercé del miglior offerente, la Fiera del Levante: sono i bolognesi, con i tempi che corrono, quelli chiamati a raddrizzare le sorti della campionaria di settembre 91 anni fa dalla collaborazione fra Comune, Provincia e Camera di commercio. Saicaf, il caffè, tira i remi in barca: ridotto com’è ad essere un marchio e basta.

Sono immagini della Bari che fu, e che non ci sarà mai più. Narrano la decadenza di una classe dirigente incapace di esaltare se stessa, di rinnovare i fasti del passato per pigrizia, ignoranza. Forse eccessiva baldanza, alla «io so io e voi non siete un…». Sotto gli occhi di un popolo che non fa mai granché caso al bene comune. Perfino Nicola, il santo patrono, è amante dei forestieri.

°°Nota dell’ INCUDINE : Parise scrive << nessun soggetto a livello locale e nazionale ha manifestato serio interesse per l’acquisizione e il rilancio della testata (GDM) che Sanfilippo voleva cedere gratis >> Noi aggiungiamo : perchè per la Bari ci sono stati soggetti locali a mostrare interesse per una società di calcio sull’orlo del fallimento e salvata da De Laurentis ?. Prendiamone atto, agli imprenditori locali dei problemi di Bari non gli frega una benedetta mazza.